PREVENZIONE DELLE MALATTIE POSTRACCOLTA DELLE DRUPACEE PER LA RIDUZIONE DEGLI SPRECHI DI ORTOFRUTTICOLI FRESCHI

PSR Marche 2014 – 2020 Misura 16.1 – Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura Azione 2 – Fase di gestione del G.O. e realizzazione del Piano di Attività

Il progetto in breve

Le perdite postraccolta interessano a livello mondiale più della metà della produzione di frutta e verdura, ed il recupero di una porzione di queste potrebbe contribuire a limitare le crescenti richieste di cibo e a limitare gli sprechi di prodotti ortofrutticoli. Tali perdite hanno una grande incidenza economica in quanto interessano un prodotto per il quale sono stati sostenuti costi di produzione, raccolta, trasporto e conservazione. La limitazione degli sprechi alimentari rappresenta una delle priorità di ONU, FAO ed UE (nella quale gli sprechi di cibo ammontano a 173 kg annui pro capite). Uno degli obiettivi della UE è quello di ridurre della metà entro il 2030 le 88 milioni di tonnellate di cibo sprecato, e per approfondire questi aspetti è stato di recente aperto, nell’ambito dell’EIP “Agricultural Productivity and Sustainability”, il focus group “Reducing food loss on the farm” (n. 31). In agricoltura biologica, le strategie di protezione dalle avversità a disposizione sono più limitate rispetto a quelle dell’agricoltura integrata, pertanto un loro trasferimento alla pratica agricola consentirebbe di migliorare la sostenibilità dei processi agricoli ed il reddito dell’agricoltore, obiettivi del focus group “Organic farming” (n. 1).

Le drupacee sono soggette a notevoli perdite postraccolta a causa della moniliosi, che si può sviluppare in campo e più spesso durante la conservazione e commercializzazione, nonché a casa del consumatore. La moniliosi causa danni diretti, dovuti alla perdita del singolo frutto e talvolta dell’intera confezione, e indiretti, per mancato riacquisto di tale prodotto. La proposta progettuale ZeroSprechi mira a migliorare la produzione di drupacee e a valorizzare la qualità in postraccolta, migliorandone la shelf life e riducendo gli sprechi di prodotti ortofrutticoli (in analogia con il G.O. spagnolo “Fruit-Net – control of Monilinia spp. in stone fruits”). Il progetto prevede l’applicazione di sistemi previsionali già validati all’estero volti all’ottimizzazione e alla riduzione del numero di trattamenti chimici, con strategie differenziate per l’agricoltura biologica e per quella integrata. Verrà anche utilizzato un prototipo di atomizzatore con sistema di parzializzazione dell’aria al fine di ridurre le quantità di miscela che non raggiunge il bersaglio. Inoltre, verranno applicati sistemi di analisi precoce utili ad individuare l’incidenza delle infezioni latenti di Monilinia spp., così da prevedere la lunghezza della conservazione e destinare il prodotto a vie di commercializzazione differenziate. Saranno isolate le specie di Monilinia prevalenti e ne verrà saggiata la resistenza ai fungicidi. Inoltre, sarà indagata l’interazione di Monilinia spp. con ditteri drosofilidi, che potrebbero facilitarne l’infezione e la diffusione. I frutti raccolti verranno conservati in atmosfera con ozono al fine di limitare l’incidenza della moniliosi, e si valuterà la shelf life, per simulare la vita a casa del consumatore. Verranno anche valutate le caratteristiche qualitative di frutti raccolti a diverso stadio di maturazione, che verranno proposti al consumatore in strutture della grande distribuzione, informandolo sulle caratteristiche distintive del prodotto marchigiano. Il progetto verrà svolto in tre aziende frutticole, due della Valdaso e una della Valle del Foglia, coprendo le principali aree frutticole della regione, ed i risultati disseminati attraverso l’ASSAM, l’Associazione Produttori Valle del Foglia, nonché le aziende coinvolte, Agricolae e l’Università Politecnica delle Marche. Il progetto ZeroSprechi porterà ad una maggiore sostenibilità della produzione di drupacee nelle Marche, sia per l’agricoltura biologica sia per quella integrata, con incremento del reddito dell’agricoltore a ragione della migliore qualità e riduzione dei trattamenti, con l’applicazione di strategie di protezione dalla moniliosi che potranno essere estese anche ad altre Regioni italiane ed europee.